Il mondo attraverso la parola
"Guardare è una scelta d'azione" scrisse il critico d'arte John Berger nel suo libro Ways of Seeing.
Titoli di giornale, frammenti di poesie, pezzi di settimanali, articoli in diverse lingue __ Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco, Russo__ è difficile sapere o conoscere esattamente dove cominciare a guardare il lavoro di Vincenzo Giugliano. Tante sono le immagini, le parole, i suoni che ti chiamano.
Il primo quadro che ho visto è stato "Quelli che aspettano" dell'anno 2002, un'immagine di due soldati armati di fucili dietro un filo spinato. In qualche modo è una semplice, comune immagine__ ingannevole. Perché quando la si esamina attentamente da vicino, si può vedere in realtà cosa sottende. Intorno, dietro e sopra i soldati, linee di parole, espressioni e suoni che si intersecano, si perdono e si ritrovano come un costante vocìo di sottofondo. Si aggiunge a tutto questo, insieme allo strato di colore, a sorpresa della stoffa.
L'osservatore si trova di fronte ad un collage che esprime l'assurdo nonsense della guerra e la debolezza dell'essere umano,__ una metafora della vita __insieme effimeri e affascinanti. Perché quello che emerge è il lirismo dell'intero; L'artista è in grado di assimilare i diversi frammenti in un gioco continuo di rimandi e di scoperte che non lasciano mai indifferenti. Così come mischia i "media" allo stesso modo mischia il suo talento di pittore, artista grafico e scenografo.
Questa contaminazione è una costante nel lavoro di Vincenzo Giugliano, così come ci suggerisce il titolo di un suo recente lavoro: "il fantasma delle cose da cambiare", c'è qualcosa che è cambiato e continuerà a cambiare. Egli, di fatti è sempre pronto a mettersi alla prova , a sperimentare forme e materiali, senza timore.
Avendo visto i suoi lavori a Parigi, Milano e Napoli in gallerie, showrooms e collezioni private, posso dire che assimila e integra nuovi elementi sempre alla ricerca della migliore espressione "del contraddittorio". Egli sceglie l'azione, sceglie di guardare, ma più di tutto sceglie di mettere in scena quello che vede e le esperienze intorno a se, che sia il vacuo, l'insensato, il fragile o il bello.
La scelta di guardare un quadro di Vincenzo Giugliano, alla fine, è un atto d'azione di "impegno".
Heather Hartley
Poeta ed Editorialista da Parigi della rivista letteraria Tin House
Marzo 2008